Tempestività, organizzazione e competenza contro i virus del futuro
“È il primo congresso nazionale per la medicina di laboratorio che si svolge in presenza, dopo il lungo tunnel della pandemia. Ci abbiamo creduto, lo abbiamo voluto e siamo contenti di averlo organizzato qui a Rimini, dove troviamo sempre le giuste soluzioni e dove torneremo ogni anno fino al 2025”.
Al Palacongressi mille microbiologi per quattro giorni a congresso, dal 26 febbraio al 1 marzo.
Pierangelo Clerici, presidente di Amcli, l’associazione dei microbiologi clinici italiani, sorride guardando alla grande adesione di colleghi e di professionisti di discipline limitrofe. In particolare dei giovani. Complessivamente, mille microbiologi per quattro giorni a congresso.
“È così – continua – ed è una notizia che ci riempie di soddisfazione. Gli incontri da remoto hanno avuto una loro importanza perché altrimenti nulla si poteva fare. L’avranno anche in futuro per ciò che concerne il confronto coi temi della quotidianità. Ma l’aggiornamento, le relazioni, il reale scambio di conoscenze avvengono solo in presenza. Vedere giovani colleghi alla ricerca di incontri e di confronti di opinione coi più esperti, sottolinea che non è vero che il ‘digitale’ sia il futuro e la ‘presenza’ il passato. Ecco, la grande partecipazione di giovani è un dato che voglio sottolineare”.
Avete discusso a lungo di questi due anni passati in compagnia del Covid.
“Quanto successo deve insegnarci che in futuro servirà opporsi con tempestività, organizzazione ed efficienza”
Abbiamo lanciato messaggi chiari dal congresso di Rimini: quanto successo deve insegnarci che in futuro, qualora un altro virus dovesse emergere, servirà opporsi alla diffusione con un sistema che abbini tempestività, organizzazione ed efficienza, oltre che competenza.”
Non eravamo pronti, i microbiologi ed altri specialisti clinici sono stati a lungo fuori dai luoghi delle decisioni ed è negativo sia avvenuto. Il risultato è stata la proliferazione di esperti un po’ improvvisati. Dovremmo aver capito che l’architettura organizzativa deve essere ben progettata e che deve essere composta da infrastrutture, dotazioni e professionisti che dialoghino in tempo reale. La regionalizzazione della sanità ha sue ragioni, però la medicina territoriale l’avevamo lasciata indietro. Quindi bisogna riorganizzarci in fretta. Va impostato comunque un sistema nazionale, non è un caso che quando ciò è avvenuto, penso alla gestione del green pass, le cose si sono messe a funzionare molto meglio.
“Il territorio deve essere dotato di hub diagnostici attrezzati e vanno formati professionisti”
Ma è passato un anno. Il territorio deve ovviamente essere dotato di hub diagnostici attrezzati, va sveltita la catena dei rifornimenti di quanto necessario a renderli funzionanti, vanno formati professionisti. Tutto questo ora lo abbiamo capito, in 24 mesi abbiamo peraltro dato risposte efficaci. Ora serve rendere strutturali questi accorgimenti e spero davvero che in futuro non avremo più il fianco sguarnito”. Anche perché il prezzo è stato altissimo.
“Alla drammatica contabilità delle persone decedute si deve aggiungere l’enorme tensione sul sistema sanitario. Vale per tutti, io riporto la nostra esperienza fatta di un’attività costante con un organico sotto del 30% rispetto ad una attività quintuplicata. Una ricaduta che ha visto partecipi le famiglie degli operatori sanitari, in ansia per avere un loro caro in prima linea e noi sanitari terrorizzati dal rischio di contagiare i nostri famigliari.